Per etica, per salute o per entrambe le opzioni: il numero di persone che si rivolge a un’alimentazione che non prevede ingredienti di origine animale, in questi anni, è in forte aumento.

Vegetariani e vegani hanno superato, secondo recenti dati Eurispes, la soglia del 7% (7,1 per la precisione). Questi dati impongono una crescente attenzione da parte delle industrie alimentari che si trovano a fare i conti con una nuova categoria di consumatori, decisamente più esigente, attenta e informata rispetto a quelle degli anni passati.

In questo turbinio alla ricerca di soluzioni che possano accontentare nuove esigenze ce n’è una che è rimasta immutata nel tempo. Da quando fu ‘inventata’, migliaia di anni fa, la birra non ha bisogno di nessuna modifica per attestarsi a prodotto 100% Veg.

Tra i suoi ingredienti non c’è traccia alcuna di sfruttamento o origine animale. Luppoli, malti, lieviti e acqua sono ‘etici’ da millenni e la loro ‘unione’ si sposa perfettamente con questa crescente tendenza. Va sottolineato inoltre che negli ultimi dieci anni anche la produzione, grazie ai progressi della tecnica, ha ridotto di molto l’impatto ambientale riuscendo ad abbattere emissioni di Co2 e consumi di acqua.

La birra è, inoltre, un prodotto che si evolve mantenendo i capisaldi che la rendono adatta alle diete in questione permettendo l’inserimento di componenti di origine vegetale come carciofi o zenzero, solo per citare alcuni esempi di difficile abbinamento con altre bevande.

Ma c’è un dato, che al pari degli altri, mette la birra in una posizione privilegiata: l’innegabile gradevolezza dell’abbinamento con piatti a base di verdure è, infatti, una sfida vinta a tavolino.

Fonte: AssoBirra, Birra Informa – centro informazione birra