Ananas brucia grassi? La birra gonfia? Abbronzatura senza protezione? Ecco alcuni dei falsi miti da sfatare con l’arrivo dell’estate. Indaffarati a cercare qualsiasi rimedio o formula magica che possa aiutarci ad arrivare in perfetta forma ai primi “bagni di sole” spesso scivoliamo sui falsi miti…e sulle creme solari.

Ananas brucia grassi – Quel simpatico frutto tropicale non vi terrà lontano dalla palestra neanche quest’anno e saranno proprio i dati dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) a distogliervi da questa magnifica illusione. L’ananas infatti, pur avendo tantissime proprietà nutrizionali non ha come erroneamente si crede la capacità di bruciare grassi. È un frutto composto per l’86,4% di acqua e particolarmente ricco di calcio, potassio, fosforo, zuccheri semplici e vitamine A e C. Inoltre, associando le sue capacità digestive e nutritive ad un basso contenuto calorico, questo frutto sembra essere particolarmente adatto a chi voglia mantenere un regime dietetico ipocalorico. Ma, nonostante ciò, l’idea che l’ananas brucia grassi resta solo un leggendario mito la cui responsabilità di questa diffusa falsa credenza deriva dalle proprietà della bromelina che è in grado di scomporre le proteine contenute negli alimenti, favorendone un corretto assorbimento e velocizzando la digestione e il metabolismo. Ma purtroppo nulla a che vedere con la capacità di bruciare i grassi.

La birra gonfia – Non è vero che la birra gonfia, basta saperla versare correttamente per far sviluppare la giusta quantità di schiuma. La schiuma è fatta di bollicine di anidride carbonica che si sviluppano naturalmente durante la fermentazione dei cereali. Se versata correttamente, con una schiuma ben compatta ed alta più o meno due dita, c’è meno anidride carbonica, e con la giusta quantità di bollicine la birra è più buona e meno gassata. Non tutti sanno infatti che la schiuma della birra è un elemento prezioso che si comporta come una sorta di “filtro naturale” attraverso il quale riusciamo ad apprezzare in modo graduale ed elegante gli aromi del luppolo e del malto che valorizzano il caratteristico gusto amarognolo della birra. La schiuma infine protegge la birra dall’ossidazione, mantenendone integri nel tempo aromi e fragranze, amplificandone la piacevolezza e rendendola così più buona e digeribile.

Per versarla bene ricordiamo alcuni semplici accorgimenti: utilizzare un bicchiere di vetro bagnato con acqua fredda prima di versare la birra (così da favorire lo scorrimento di quest’ultima lungo le pareti del bicchiere e la formazione della schiuma); iniziare a versare la birra con lentezza, tenendo leggermente inclinato il bicchiere fino a riempirlo per tre quarti e poi raddrizzarlo; una volta raddrizzato il bicchiere versare la birra più velocemente, per far sviluppare la giusta quantità di schiuma. Anche in questo caso, ovviamente, il segreto resta la moderazione. Mai esagerare con le quantità.

Abbronzatura senza protezione – Non è vero che la pelle scura o quella già abbronzata non hanno bisogno di protezione. “Sulla pelle ci sono delle proteine strutturali che tendono a rovinarsi in presenza di dose eccessiva di calore, causando invecchiamento” – dichiara Gianmarco Tomassini, coordinatore nazionale dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI). Inoltre, una scottatura solare è sempre sgradevole e pericolosa ma in modo particolare se avviene in giovane età secondo i dati raccolti da AIRTUM e Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) nel volume “I numeri del Cancro 2014”, il melanoma cutaneo è uno dei principali tumori che insorgono in giovane età e costituisce in Italia, attualmente, il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni. Dunque, prima di dedicarsi anima e corpo alla tintarella, è meglio fare chiarezza sui criteri per un’abbronzatura più sicura.

 

Fonti: AssoBirra, Il Giornale del cibo, TGcom24, AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica)