Alle donne italiane il primato del consumo responsabile

C’è un detto molto famoso che recita: “Paese che vai, usanza che trovi”. Un principio universale, come ci insegna la saggezza popolare, che possiamo facilmente applicare anche alla nostra amata birra: della serie “dimmi che birra bevi e ti dirò da dove vieni!”.

Se in Germania domina la “purezza” della birra a bassa fermentazione, infatti, basta spostarsi in Gran Bretagna per scoprire tutte le variazioni sul tema della birra ad alta fermentazione (ale) poco frizzante. In Belgio potremo gustare le migliori trappiste, birre d’abbazia o lambic, mentre è certamente la Francia la patria delle AssoBirranche, le birre di frumento tipiche del Nord del paese.

Ogni paese ha la sua birra caratteristica, insomma, e i suoi stili di consumo. E l’Italia, in tutto questo, non è certo da meno; le birre di casa nostra hanno una caratteristica che le rende uniche: l’eleganza. Non è certo un caso se la birrà è così amata dall’universo femminile: in Italia il numero di donne che bevono birra è praticamente triplicato negli ultimi decenni, passando dal 20% di trent’anni fa al 60% di oggi. Più che in paesi con una tradizione birraia plurisecolare come Francia (58%), Irlanda (55%) e Regno Unito (circa 50%) (AssoBirra – Astra).

L’identikit della donna italiana che ama la birra potremmo riassumerlo in due parole: appassionata e responsabile.

Già, perché le donne italiane sono le bevitrici di birra più moderate, perché il loro consumo pro capite arriva soltanto a 14 litri all’anno. Una cifra lontanissima dagli eccessi di irlandesi (64 litri), spagnole e ceche (56 litri), ma anche dai 40 litri di russe, tedesche e statunitensi.

A prevalere, insomma, è un consumo responsabile: il 70% delle italiane beve birra soltanto una volta al mese (il 27% una volta a settimana); l’80% preferisce la birra chiara in piccole quantità (200 ml alla spina o bottiglie da 330 ml); il 76% consuma la bevanda a cena con gli amici, preferibilmente in pizzeria.

E anche tra le Millennials (le cui abitudini sono state analizzate, invece, dalla Doxa) la moderazione la fa da padrona: tra le giovani donne nate tra 1980 e il 1996, infatti, il 20% dichiara di bere birra una volta a settimana, e per il 32% il consumo scende a meno di una volta la settimana.

Le loro risposte sono poi peculiari anche sotto un altro punto di vista: domandando loro conto del cambiamento nei consumi, le Millennials non hanno paura di rispondere: “non abbiamo più paura di dire che apprezziamo la birra” (46%), “il nostro gusto sta cambiando” (39%), alcuni pregiudizi (primo tra tutti quello “calorico”) “sono stati ridimensionati” (27%).

Se, insomma, nel nostro paese, fino qualche anno fa, trovare una donna capace di sopportare il “gusto amaro” di una lager era praticamente un’impresa, oggi in Italia una donna su quattro dichiara addirittura di preferire la birra al vino. La birra preferita dalle italiane è quella chiara e leggera, con Lager e Pils che raccolgono l’80% delle preferenze. Una donna su dieci cerca, invece, il sapore più deciso di una “bock” rossa, mentre il 7,6% sceglie i profumi speziati di una “blanche” belga o di una “weiss” teutonica.

Come per gli uomini, sempre di più anche per le donne la birra rappresenta un momento conviviale di divertimento. Per quasi metà delle consumatrici, spiega Astra, la “prima volta” è arrivata in compagnia degli amici (46,8%). E l’idea della birra è spesso associata all’intramontabile pizza (65%), ma anche al relax con le amiche del cuore (39%) o alle notti in riva al mare (32%).

Per le donne italiane che amano la birra, in particolare, l’abbinamento con il cibo è decisivo. È ancora la Doxa a illuminarci, in questo caso: il 70% dei consumi, per le Millennials, sono associati ai pasti, a casa o fuori; per il 13% le associa all’aperitivo – spesso accompagnato al cibo – e solo il 17% sceglie la birra dopo cena con gli amici.