Easy, leggera, amichevole, l’abbiamo paragonata a un paio di ballerine con le quali rincorrere la frenesia degli impegni di tutti i giorni, la chiara o Lager è la birra per eccellenza.
Fresca e beverina, esprime le sue caratteristiche migliori servita alla giusta temperatura (3 ai 6° gradi, a seconda della gradazione alcolica), nel bicchiere di vetro pulito e leggermente bagnato che ne facilita la spillatura e la mescita con le due proverbiali dita di schiuma.
Ma come imparare a riconoscere e apprezzarne le caratteristiche, già a colpo d’occhio e al primo assaggio? Ecco una breve guida alla degustazione della nostra birra chiara preferita*
Alla vista –il primo elemento che risalta , se la birra è stata ben spillata, è la schiuma di media compattezza e il colore della bevanda che sarà chiaro con una limpidezza perfetta.
Al naso – prevale l’aromaticità della famiglia dei cereali, del lievito e del malto d’orzo, mentre sono più tenui i sentori fruttati, floreali e balsamici.
All’assaggio – prendiamo un primo, piccolo sorso per preparare la bocca. L’esame gusto-olfattivo vero e proprio avviene con il secondo assaggio, di maggior quantità. Immediato è l’effetto dell’effervescenza, che vivacizza sapori e aromi accentuando le componenti “dure” della bevanda: acidità e sapidità. La giusta frizzantezza rende vellutato il passaggio sulla lingua verso il palato. Sulla punta della lingua, invece, sentiremo il dolce degli zuccheri residui e del malto, poi passiamo ai lati della lingua per percepire la freschezza/acidità della bevanda. Infine, nella parte posteriore della lingua, le apposite papille caliciformi avvertiranno la componente amara. Immediatamente dopo la deglutizione, ne percepiremo il retrogusto espirando dal naso. A prevalere, ora, saranno le note erbacee e l’amaro, segno distintivo del suo luppolo.
Questa tecnica di degustazione “verticale” è tipica della birra chiara e la differenzia dal vino, – che deve “vivere in bocca” più a lungo, perché è nel cavo orale che si percepiscono tutte le sue caratteristiche – ma anche dalle birre più strutturate e corpose, che devono essere “palleggiate” da una guancia all’altra per coglierne persistenza e struttura. La birra chiara, invece, con il suo corpo di lieve impronta e l’inconfondibile gusto amaricante che tende a prevalere sulla dolcezza, è ‘golosa’, nel senso che è proprio nella deglutizione che possiamo avvertire e valorizzare le sue caratteristiche.
Sembra proprio che il successo quasi universale di questa birra risieda nella delicatezza delle sensazioni gustative e tattili, che viene percepita come molto equilibrata e pulita. Leggera e poco impegnativa, piacevole e rinfrescante, è quella che si beve più volentieri fresca di frigorifero, specialmente come aperitivo, in accompagnamento a una pizza o al pasto di tutti i giorni.
* Testo a cura di Antonello Maietta, Presidente Associazione Italiana Sommeliers